lunedì 30 marzo 2015

non ci si può bagnare due volte nello stesso fiume....

In questo periodo ho un gran frullio di idee, d'ispirazione e di voglia di sperimentare!!! Per questo, forse più che dire che sono le sculture in progress, farei meglio a dire che sono io ad essere in progress... 
Si cambia, restando sempre se stessi... a volte si accelera, altre avanziamo a rilento... ma va bene lo stesso. 
Voglio continuare a vedere il mondo con occhi sempre nuovi...


sabato 28 marzo 2015

ancora legno e terracotta...


"L'entusiasta è un infaticabile sognatore, un inventore di progetti, un creatore di strategie, che contagia gli altri con i suoi sogni. Non è cieco, non è incosciente. Sa che ci sono difficoltà, ostacoli talvolta insolubili. Sa che su dieci iniziative nove falliscono. Ma non si abbatte. Ricomincia da capo, si rinnova. La sua mente è fertile. Cerca continuamente strade, sentieri alternativi. E un creatore di possibilità."





martedì 10 marzo 2015

osare e sperimentare sempre...

“il bravo artigiano usa le sue soluzioni per scoprire nuovi territori; nella sua mente, la soluzione di un problema e l'individuazione di nuovi problemi sono intimamente legate”
Sennett

Ci sono dilemmi ai quali anche oggi l'uomo non sa trovare soluzione, come se sia nato prima l'uovo o la gallina.
Il dilemma dell'artigiano è: ci sono ancora cose nuove da creare?
Sull'uovo e la gallina non so che dirvi, insomma è un bel rompicampo del quale non riesco a venire a capo, lo aggiungerò alla lista delle cose che non capirò e saprò mai forse, insieme alla storia di Achille e la tartaruga (ci tengo a dire pubblicamente da anni che secondo me Zenone si drogava) e alla genesi del calzino di cui ho parlato nel post precedente.

Rispetto al dilemma dell'artigiano vorrei invece offrire degli spunti:
1) se partiamo dall'idea, dalla rassegnazione, di non poter mettere a frutto il nostro ingegno a pieno, perchè tanto è inutile, ci stiamo autolimitando e sicuramente non inventeremo nulla di nuovo (tecnica, oggetto o altro)
2) a volte abbiamo delle intuizioni... seguiamole per folli che possano sembrare e non buttiamo via progetti solo perchè non vengono bene al primo colpo
3) guardare fuori dagli schemi non nuoce gravemente alla salute, non vi fossilizzate negli schemi imposti da altri o voi stessi.

Magari non inventerete nulla di eccezionale, ma chi può dirlo se non provate?
Non è forse dal lavoro di folli precursori del passato che vengono molte delle cose che oggi reputiamo normali? (credo che Zenone abbia ispirato il doping)

L'unica azione che sicuramente può impedirci di lasciare il segno è lasciar stare.
Come mi ha insegnato a sei anni Michael Ende "Fantasia non ha confini", E anche il potenziale umano.





domenica 1 marzo 2015

tutorial: come fare qualsiasi cosa senza tutorial

Esistono due tipi di tutorial: quelli utili e quelli inutili.
Parlando di handmade, a mio parere, il tutorial utile è quello che ti spiega una tecnica, che ti permette di apprendere qualcosa che vorresti fare, ma magari, non avendo tempo e possibilità per frequentare un corso, non hai mai imparato a fare.
Insomma, impara l'arte e mettila in pratica come vuoi.

Il tutorial inutile è quello che ti spiega come realizzare qualcosa dalla a alla z, spesso qualcosa di cui non sentivi per nulla l'esigenza, oppure qualcosa di talmente ovvio da essere quasi imbarazzante...
Qui un video carino a riguardo....
Potrete obiettare che in rete c'è tanto di inutile, quindi perchè voglio parlare di tutorial?

Perchè il tutorial utile offre uno strumento per esprimere la propria creatività, mentre quello inutile la atrofizza...
Il fatto è che ci siamo un po' abituati a non ideare, a non trovare soluzioni, a pensare come si potrebbe fare... tanto ci sarà un tutorial...

Esempio....
Chi di noi non ha mai fatto una marionetta con un calzino? Chi magari quando era piccolo, chi anche quando ha avuto figli...
Insomma le marionette con i calzini si fanno dall'alba dei tempi, o almeno da quando esistono i calzini. 
Qualcuno si sarà sbagliato, invece di infilare il piede avrà infilato la mano (un genio forse involontario quindi) ed è nata la prima marionetta con calzino della storia.
Malgrado ciò, se cercate "tutorial marionetta calzino" vi accorgerete della quantità di "how to do" disponibili.
Paradossalmente, se all'alba dei tempi, fosse esistito un tutorial per infilarsi i calzini, il nostro genio involontario si sarebbe documentato prima di infilarseli sulle mani forse, e non avremmo questo divertimento.

Ora vi racconterò la storia di Gaia (nome di fantasia per proteggere la sua privacy), che sta attraversando un lungo e difficile percorso personale per uscire dalla dipendenza da tutorial...

Gaia, la mattina, non riusciva neanche a pettinarsi se non trovava un'acconciatura adatta su pinterest...
Capì di non poter andare avanti così la sera di Natale... aveva perso tutto il giorno a decidersi su come piegare i tovaglioli, persa su mille siti di diy, arenata anche sui segnaposto e sul centrotavola, aveva perso la percezione del tempo.
Quando i suoi ospiti arrivarono niente era pronto, Gaia era ancora in pantofole, non aveva preparato da mangiare e i regali non erano ancora impacchettati (provate a cercare un tutorial per fare un pacchettino, poi ditemi voi se potreste uscirne prima di un mese).
Così decise di darci un taglio e capì che la vita era molto più divertente limitando le soluzioni facili a portata di clic. E facendo di testa propria...

Ringrazio Gaia per avermi permesso di raccontare la sua storia.

(attenzione: Gaia potrebbe non esistere affatto ed essere completamente frutto della mia fantasia. I fatti raccontati potrebbero essere non reali.)

Se vi siete immedesimati in lei e nella sua storia, condividerò con voi il mio ultimo tutorial, che spiega passo-passo come fare senza tutorial...
Fare che? Forse ve lo starete domandando...

Non importa, qualsiasi cosa...



L'ingegno è una capacità umana unica, e fare significa metterlo in pratica.
L'ingegno va esercitato e si fortifica nella sperimentazione.
L'ingegno non conosce limiti, quindi cerchiamo di non limitarlo noi!!!!

ps: incuriosita sulla genesi del calzino, ho cercato notizie in rete.... "come sono nati i calzini" e mi sono rispuntate fuori le marionette... quindi nulla, se qualcuno lo sa, mi faccia sapere!! Grazie!!





mercoledì 25 febbraio 2015

aiutoo!! questo blog parlaaa!!!

Avrete fatto caso che da qualche giorno il mio blog parla, ovvero che è possibile ascoltare il contenuto dei post cliccando sul pulsante sotto al titolo.

Ora, non intendo scrivere un post su ogni funzionalità che aggiungerò a questo mio contenitore di pensieri, ma questa è diversa, perchè riguarda qualcosa che mi sta molto a cuore.

Figlia #1 ha ormai 13 anni ed ha un potere magico, a volte le parole escono dalla pagina e svolazzano davanti ai suoi occhi, per questo si stanca a leggere troppo oppure non riesce.

L' ho avuta presto, malgrado ciò non sono stata la madre casinista che tutti si aspettavano che sarei stata (almeno non del tutto), non avevo mai provato un amore così... l'avrei guardata per ore mentre dormiva, mi sentivo male dalle risate con lei, giocavamo, disegnavamo, eravamo specialiste di pijama party improvvisati solo per mangiare schifezze davanti alla tv... insomma ce la spassavamo alla grande!

Il primo anno delle elementari tutto è cambiato, se ripenso a quel periodo devo ammettere che provo ancora ansia, la tensione che c'era tra di noi era palpabile, quella sensazione di inadeguatezza che mi sovrastava, adesso capisco che la provava anche lei, forse anche più di me.

Primo giorno di scuola, classica foto con il grembiule e quello zaino enorme sulle spalle, un sorriso come di una che sta per partire per un viaggio intorno al mondo, negli occhi l'ebbrezza dell'ignoto.

Io ho la nausea, un pò l'emozione, un pò perchè sono incinta per la seconda volta e a giorni partorirò.

In macchina e per tutto il tragitto in piedi cantiamo una canzone inventata da me, certe volte dovrei ricordare che la mia vita non è un musical e smetterla di trasformare gli avvenimenti salienti in filastrocche ritmate.. comunque cantavamo:

"noi siamo le più brave
della scuola elementare"

messa così non è un granchè, dovevate sentirci, la facevamo in vari stili... comunque, arriviamo al cancello, tutti i bambini stanno aspettando di essere chiamati, tocca anche a lei, prima di entrare si gira e mi sorride, io penso che le si aprirà un mondo...

Qui devo fare un excursus... io sono, e sono sempre stata, una fanatica dei libri e della lettura, ero capace di leggere e scrivere già a 5 anni, a 8 componevo brevi racconti (non capolavori, ma per dire che mi appassionava davvero), a 11 ho divorato "Guerra e Pace" in una settimana e poi l'ho iniziato di nuovo perchè mi dispiaceva che fosse finito.... quindi come tutte le madri del mondo (o quasi) sono caduta sull'errore più banale che potessi fare: pensare che mia figlia sarebbe stata come me.
Ho pensato che sarebbe andata bene a scuola e con facilità, che avrebbe cominciato a leggere e si sarebbe innamorata della lettura.

Dopo una settimana partorisco figlio #2, mia figlia torna da scuola e non vuole raccontarmi nulla, in un vortice di ormoni impazziti e allucinazioni dovute alla mastite, non do peso al suo silenzio, non noto neanche subito quel sorriso che comincia a smorzarsi.

Quando finalmente torno alla realtà, mi accorgo che nel frattempo qualcosa di mostruoso sta accadendo... mia figlia è stupida, le maestre dicono che ha la testa tra le nuvole, ma io la vedo, fissa con lo sguardo su quel libro, aggrotta le sopracciglia, ci prova ma non ci riesce, poi mi dice "mi sento male" e io penso che sia una scusa, invece comincia a vomitare.

Tutto quello che succede da quell'istante è confuso nella mia mente, io che comincio a scrivere le cose per lei, dovrebbe solo ricopiare ma non riesce a fare neanche quello, l'alfabeto questo sconosciuto, non ricorda neanche la sequenza dei giorni della settimana (ma non dovrebbe già saperli? ho sbagliato tutto, mannaggia a me ho pensato solo ai  pijama party)... io che la prendo in braccio e lei scalcia e urla che a scuola non ci vuole andare, scrivere la stessa parola per venti volte, per poi riscriverla il giorno dopo ancora male, noi che non andiamo oltre al 2x2 che fa 4...

Finchè un giorno sto sistemando la libreria e mi capita per le mani un libro, è la mitologia per bambini, glielo leggevo sempre e lei ricordava a memoria tutti i miti... è tanto che non le leggo nulla, dopo i compiti e lo stress che ci procurano non ho voglia di fare nulla, in più il mio secondogenito dorme poco e la primavera è alle porte.

Lo apro e mi viene in mente tutto ciò che facevamo prima, i ricordi si affastellano e io giungo ad una conclusione: mia figlia è la persona più intelligente che io conosca, non è stupida, ci deve essere un'altra spiegazione.

"ci deve essere un'altra spiegazione" diventa il mio slogan, fino a diventare ossessiva, nessuno in famiglia vuole più affrontare l'argomento con me, chi è tanto temerario da farlo mi guarda un pò impietosito, come a dire "proprio non vuole arrendersi all'evidenza di avere una figlia somara". Mi metto alla ricerca su internet....

Arriviamo in ospedale mezz'ora prima, il day hospital è fissato alle 8, da tanto tempo, forse da quel primo giorno di scuola, non siamo così felici.

Io le ho detto "andiamo da un medico a vedere se il motivo per cui non riesci a leggere è che sei dislessica"

"cosa vuol dire?"

"Che il tuo cervello funziona in un modo meraviglioso ed unico, ma siccome nessuno è perfetto, dovevi avere un difetto e tu non sai leggere"

Il giorno dopo abbiamo avuto la diagnosi.

Figlia #1 il prossimo anno andrà al liceo, a scuola va benissimo e nel frattempo ha scoperto di avere un talento speciale per la musica.
E' vero, figlia #1 non è e non sarà mai come me, perchè lei è unica e speciale, in tante cose è migliore di me.
Va a scuola contenta, se non riesce a fare una cosa ci ride sopra e poi riprova finchè non trova il modo in cui finalmente riesce a farla, mi ricorda ogni giorno che nulla è impossibile se lo si vuole.
Se all'inizio mi preoccupavo per lei, ora mi rendo conto che grazie alla dislessia, ha sviluppato delle qualità che sono quelle fondamentali nella vita: la caparbietà, la voglia di superare i propri limiti e di non arrendersi, l'autoironia.


Figlia #1, come tante altre persone caratterizzate da dislessia, preferisce ascoltarle le cose, piuttosto che leggerle... per questo il mio blog parla.







Se volete far parlare anche il vostro potete scaricare il widget su questo sito

http://webreader.readspeaker.com/

martedì 24 febbraio 2015

legno e terracotta... ed è subito amore

Dovete sapere che un altro materiale che amo tantissimo è il legno, non le tavole lisce e levigate dei negozi di bricolage... ma quello pieno di venature, linee e ghirigori, segnato dal tempo, dall'uso che ha avuto, a volte misterioso a me che lo trovo in qualche angolo di campagna.
Questi legni, irregolari e scheggiati, hanno per me un fascino immenso.

Per questo ho deciso di utilizzarli per alcune sculture....
A parte la bellezza del materiale, direi che vale la pena di utilizzare il legno solo per quanto è liberatorio utilizzare un seghetto alternativo... l'avete mai provato?


e questo è il risultato... nel caso specifico  i listelli li ho recuperati da un pallet, mentre il legnetto su cui la piccola scultura poggia l'ho trovato in un campo
Chissà che vita avrà avuto prima di questa....





sabato 21 febbraio 2015

sarò un po' vintage...

..... ma continuo a credere che ciò che è fatto a mano, al di lá della valenza estetica, abbia un'anima... continuo a credere che in ogni bottega artigiana, tra polvere e attrezzi fuori posto, si nasconda poesia. Al di lá della frenesia che c'è fuori e degli input al consumismo e all'omologazione che ci arrivano da ogni dove, riuscire a rimanere un po' vintage e portare avanti, nel mio piccolo, una "produzione" (anche se si tratta più di fare che di produrre) lo sento come un privilegio. 


Continuo a credere che più che di tante "cose", abbiamo bisogno di riscoprire la bellezza intorno a noi.
Non abbiamo bisogno di possedere ma di assaporare per essere felici. Avremmo bisogno forse di meno produzione di massa e più poesia...







giovedì 19 febbraio 2015

guardare le nuvole passare...

Stamattina ero da mia madre, ci passo tutte le mattine, ormai sincronizzata con la sua moka, perchè il suo caffè è più buono del mio.
Non so come faccia... utilizziamo lo stesso, e comunque qualsiasi macchinetta usi, il suo è più buono.

Comunque, nella sua cucina si parlava della noia che la routine può portare.
Dovete sapere che quando ero piccola, a mia madre non potevo dire "mi sto annoiando" o "non so che fare"... o meglio, potevo dirlo, ma lei, non per indifferenza, si comportava come non fosse un suo problema.
A pensarci non lo era.
Questo credo sia uno dei più grandi insegnamenti che mi ha dato mia madre, perchè ho imparato a non annoiarmi.
Io non mi annoio mai.
Non mi annoio anche se non sto facendo nulla, o almeno sembra che non stia facendo nulla.

Dopo un'infanzia ad allenarmi in tal senso, trovo da tenermi occupata nelle cose più piccole.

Credo la noia sia l'inventiva allo stato embrionale.

Ora che, avendo tante cose da fare ogni giorno, non avrei tempo neanche per annoiarmi, ogni tanto mi piace fermarmi a "perdere tempo" comunque.
Magari "solo" a guardare le nuvole passare, e il tempo che chiamiamo "perso" mi sembra quello più prezioso e vero...







sabato 14 febbraio 2015

cavoli.. è san valentino

Mi sveglio sonnacchiosa stamattina. Mentre figlia #1 con una mossa a tradimento ha già occupato la doccia e figlio #2 cerca di convincermi che la sua camera è sistemata così com'è, che calzini e pennarelli sul pavimento sono una decorazione, una voce dalla radio si premura di ricordarmi che oggi è San Valentino.
... e io non ho preparato neanche un post sull'ammmore.

Dovrei dirvi com'è bello l'ammmore, ma se vi hanno regalato almeno un bacio perugina, lo avrete già letto sul biglietto.

Eppure l'amore ha tante forme, e non credo che una sia più importante dell'altra universalmente. Per questo, si può amare qualcuno, qualcosa o un'idea.
Voi potreste pensare che è difficile essere ricambiati da qualcosa o da un'idea, ma non è così, fosse solo per come vi fa stare amarli.

Io, ad esempio, amo follemente il percorso di vita che sto intraprendendo, come ogni amore ci sono alti e bassi, ma non potrei fare a meno di lui.
Certo stasera non mi porterà a cena, ma quando mi sveglio sonnacchiosa, la doccia è occupata e il pavimento sembra un campo minato, mi da comunque sempre un motivo per essere felice!!!






giovedì 12 febbraio 2015

ok il prezzo è giustooooo

Ho un po' d'ansia quando devo dare un prezzo a ciò che faccio... eh sì, perchè ok la poesia nell'handmade, nel creare, la filosofia che c'è dietro, che mi muove... ma poi ciò che faccio dovrei (vorrei) venderlo... della serie poesia e filosofia non pagano le bollette (oggi mi sento molto pragmatica, sensazione che forse non ricapiterà nei prossimi 50 anni).

Cerchi in rete (ormai per qualsiasi cosa) e trovi due scuole di pensiero:

La prima: vendo i miei "lavoretti"... allora, parliamone,  a meno che tu non abbia sei anni cancella immediatamente la parola "lavoretto" dal tuo vocabolario... se lo dici ad un maker rischi seriamente di ritrovarti un qualsiasi tool appuntito (fa più figo dire tool invece che utensile, e indicizza meglio il blog nei paesi anglofoni) in qualche organo vitale. Se sei un maker dovresti prenderti a pizze da solo (ecco, questo è l'unico consiglio DIY- do it youself -che troverai in questo blog).
Chiaramente chiamando lavoretti i tuoi lavori già li sminuisci (quindi facendolo tu in partenza, vorresti poi che gli altri vedessero in ciò che fai qualcosa di grandioso?)... poi li prezzi... 3 euro... 5 euro.. 10 euro...
Allora le cose sono due: o ciò che fai non è davvero artigianale (e qui partirebbe tutto un altro discorso, ma oggi oltre che pragmatica mi sento anche clemente e quindi lo rimando a data da definirsi), oppure i tuoi lavori li stai svendendo.. magari venderai due pezzi in più, ma rimarrai bloccata là.

La seconda: (in sintesi) calcola materie prime e costo lavoro (quindi sempre in sintesi il tempo che impieghi per realizzarlo)
Questa sicuramente è migliore della prima (d'altronde anche un pugno in un occhio lo sarebbe), se applichi però delle considerazioni:

1- l'oggetto lo hai ideato tu? Questo naturalmente DEVE influire sul prezzo finale
2- l'oggetto rimarrà un pezzo unico? Questo naturalmente DEVE influire sul prezzo
3- aspetti invisibili agli occhi ma essenziali (parafrasando Antoine de Saint Exupery) che influiscono sul prezzo finale. Se chi mi legge fa a mano, credo possa già capire cosa intendo. Ci sono oggetti che fai, la materia prima può essere la stessa circa di un altro oggetto, il tempo impiegato a realizzarlo uguale a quello di un altro, eppure tu sai che "vale" più dell'altro.

Nessuno ti potrà dire quanto vale un oggetto che crei.
Nessuno ti potrà dare formule universalmente valide per calcolare il prezzo che dovresti applicare.

Nessuna regola valida per il business in generale calza a pennello con il fare a mano, bisogna sempre saperla adattare con intelligenza e rispetto per quello che mettiamo di noi nel nostro lavoro.










mercoledì 11 febbraio 2015

slowhandmade: i mestieri nell'argilla

il vasaio... il primo di quella che spero riuscirà ad essere una serie dedicata ai mestieri..

i miei preferiti sono quelli con le botteghe polverose.. in lavorazione altre mattonelle!!!

martedì 10 febbraio 2015

slow handmade... il post scomodo che ho sempre voluto scrivere

Non so bene cosa sia successo all'handmade... quindi ho deciso di usare un'altra parola per identificare il mio lavoro: slow handmade

Avrei potuto finire questo post così, magari spiegando che slowhandmade significa ideazione e manualità, rispetto dei tempi di produzione e della materia, fare davvero con le proprie mani, senza ausilii altamente tecnologici... ma l'ho già spiegato qui.

Invece ho deciso di spiegare cosa è successo all'handmade secondo me ( e va bene, come si dice dalle mie parti, mi rode un pochino)

Potrei indorare la pillola...ma questo è il mio blog, posso scrivere quello che penso realmente.

Penso che nel corso degli ultimi anni intorno al fatto a mano si sia sviluppato un business incredibile, riviste e siti del "settore" , aziende che producono diavolerie varie per fare qualsiasi cosa in casa, con le proprie mani, o almeno così dicono.

Tutti son creativi, quindi perchè non puntare su questa fetta di consumatori?
Basta avere un telefono per fare foto e una connessione internet e lanciarsi nel fantastico mondo dell'handmade... oppure no?
Non servirà magari inventiva e manualità? Passione? Voglia di sperimentare e tornare a farlo dopo aver fallito? Ma noooo.. la gente è incostante, dagli qualcosa con cui possa replicare in casa quello che vede in giro e sarà tutta soddisfatta, si sentirà dire "ma davvero lo hai fatto tuuuu?" e risponderà "sìììì, è stato semplicissimo!!!"

Se vai a comprare una macchina da cucire normalissima ti guardano come un'aliena scesa da un pianeta forse rimasto all'età della pietra (quindi non si capisce come saresti arrivata sulla terra..)... la macchina da cucire adesso ha la connessione al pc e ti replica il disegno ricamandolo sul tessuto... non sai disegnare? Ma che importa? Hai la scelta tra migliaia di templates disponibili sul sito...
In pratica tu spingi un bottone.
E poi rispondi "sìììì, è stato semplicissimo"

Ricapitolando, per lanciarsi nel fantastico mondo dell'handmade, serve una discreta disponibilità economica (che questi arnesi diabolici mica te li tirano...) e un master in marketing (perchè essendo tutti creativi, bisogna emergere, studiare, occuparsi di SEO, TARGET, COMUNICAZIONE e milioni di altri aspetti ai quali personalmente sono abbastanza allergica)


Così il fatto a mano diventa un'altra cosa, ma l'ho già detto, forse un miliardo di volte.

Se fosse servito l'avrei detto anche due miliardi di volte, invece no... chi sono io contro le multinazionali specializzate in vernici shabby chic con cui martoriare ogni oggetto sotto mano? Avrei potuto sconfiggere chi produce stampi per fimo a forma di muffin? e soprattutto avrei potuto arginare questo strano fenomeno per cui sembra che l'umanità intera abbia bisogno di un portachiavi con un pandistelle in pasta polimerica?
Ho guardato allibita eserciti armati di pistola della colla... sopportato tutorials e bufere di glitters (che si sa, un oggetto anche ikea se lo immergi nel glitter diventa handmade) affermazioni su quanto fossero creative le fustelle per ritagliare (ma un proprio disegno e le forbici non son meglio?)... e gli stampi... gli stampiiii
Come siamo tutti bravi a fare qualcosa con uno stampo, no?
L'amore per gli stampi sento che mi sta uscendo da ogni poro...

Parliamoci chiaro... si parte tutti da un inizio... si parte tutti non capendo un cavolo.. pensando magari che ad infilare perline da nulla, semplicemente una dietro l'altra su un filo si stia "facendo a mano" un braccialetto.
Ma fidati, non è così.
Oppure non fidarti.

Continua a pensare che per creare qualcosa ti sia necessario seguire i passaggi di una rivista o trovare l'idea in rete.
Continua a pensare che incollare voglia dire fare.
Continua a pensare che le fustelle siano così creative.
E pure gli stampi.
Continua a pensare che per fare un ricamo ti serva ufo robot.

Mi guardo intorno, e per ogni fustella vedo però tanti bravi makers che vanno avanti con le proprie mani e fantasia.
E sinceramente, ogni volta che hanno un successo, o che li vedo, magari anche un po' annaspando come succede, ma tirare dritti verso il loro sogno senza cedere a compromessi, tengo un po' più stretto il mio di sogno.
Loro non lo sanno, ma a volte mi danno la spinta di continuare.
Loro forse non lo sanno, ma li ammiro davvero.













giovedì 8 gennaio 2015

ispirazione 2/2015

.. a volte mi ispira la mancanza di ispirazione.. arrivare al Lab di mattina, accendere la radio e non sapere cosa farò.. non avere in testa nulla..


Ecco, a volte, questa tabula rasa dell'immaginazione è la cosa migliore che possa capitare...

Mi permette di "giocare" con la materia, sperimentare e riscoprirla...




domenica 4 gennaio 2015

ispirazione 1/2015


 "Lei si alzò con un gesto finale, 
poi andò via senza voltarsi indietro 
mentre quel vento la riempiva 
di ricordi impossibili, 
di confusione e immagini. "



"soffiasse davvero quel vento di scirocco 
e arrivasse ogni giorno per spingerci a guardare 
dietro alla faccia abusata delle cose, 
nei labirinti oscuri della case, 
dietro allo specchio segreto d' ogni viso, 
dentro di noi..."
Scirocco- Francesco Guccini